Automotivarsi restando se stessi, è possibile?

Dentro o fuori, in meditazione o durante un’azione propulsiva … dote innata o risorsa che può e deve essere allenata? “Dove ca…lo la trovo questa benedetta motivazione!”

Primo aspetto cardine che desidero chiarirti rispetto questo argomento: la vera motivazione sottintende a bisogni per te primari ed è per tanto strettamente legata a delle emozioni profonde, senza di queste, è solo un “fuoco di paglia”!

Avrai certamente sperimentato nella tua vita che la motivazione è spesso ancorata al desiderio di cambiare, di migliorare la nostra esistenza, ed è logico dedurre, quindi, che per essere davvero motivati sia necessario in un certo modo snaturare se stessi. Questo è vero, ma solo in parte, ecco perchè…

Quel “gorgoglio” nello stomaco che dà inizio al processo del “desidero cambiare”, ci proietta l’immagine di una nitida ed insidiosa domanda: “Come posso fare?” Da questo istante, solitamente, parte un’azione più o meno consapevole: mettiamo fisicamente il primo passo nello spazio incerto del processo di transizione. Le vecchie abitudini, a noi “così care”, vengono lentamente (e dolorosamente aggiungo io!) abbandonate: ci affacciamo a qualcosa di nuovo, di scomodo, che a volte ci fa persino paura e che sappiamo essere indispensabile per ottenere quei risultati diversi che siamo motivati a raggiungere. Se è vero, dunque, che tutto lentamente cambia e che il “il bruco si trasforma in farfalla”, dall’altro lato devi necessariamente cercare il tuo modo, il tuo “come”, ovvero quell’insieme di nuovi comportamenti che siano funzionali al tuo essere, che ti motivino cioè in questo processo di transizione. Quindi ricorda questo consiglio: ascolta le tue emozioni e la tua unicità!

Il cardine della motivazione: “Signore e Signori, ecco a voi le EMOZIONI!!

Se sei approdato in questo blog, desideroso di approfondire l’intricato ed angusto “tema della motivazione”, ti farà piacere sapere che tutti (ma proprio tutti eh!) veniamo motivati da qualcosa che conosciamo in realtà molto bene, ovvero le nostre emozioni. E sarai ancora più sorpreso nel sapere che le strade che percorriamo per essere motivati sono semplicemente due: o viaggiamo verso le nostre emozioni positive o fuggiamo letteralmente via da quelle negative, ecco il punto!

Ciò che ti “muove all’azione”, che ti spinge oltre agli ostacoli che sicuramente troverai lungo il percorso, e soprattutto al di là di ogni ricompensa esterna o materiale, è la risposta alla domanda “Come mi sentirò quando avrò raggiunto il mio obiettivo?” Diventare abile a spostare il tuo limite e capace ad alzare l’asticella anche solo un centimetro più in alto, dipenderà in gran parte dalla tua capacità – o dalla capacità del tuo Coach – di attingere al “potere dell’anticipazione“, all’abilità cioè di farti provare nell’immediato le emozioni che associ al raggiungimento del tuo obiettivo (se desideri acquisire in modo assolutamente gratuito un tool estremamente potente ed efficace riguardo questa tematica mandami un messaggio nella sezione “contatti”, sarò lieto di condividerlo con te).

Tieni bene a mente, quindi, che farai ciò che farai non tanto perché è semplicemente importante o vitale, piuttosto per le emozioni che proverai sia durante il percorso, che quando sarai arrivato a meta!

Il miglior carburante per la tua motivazione? Il tuo SCOPO.

Come ho scritto dall’inizio trattando di questo argomento, puoi capire la vera potenza della tua motivazione solamente rispondendo alla domanda “Perché fai ciò che fai?” meglio ancora “Qual è lo scopo che ti muove?

Le azioni che mettiamo in campo ogni giorno, a volte anche inconsciamente, sono un naturale riflesso di ciò che siamo e desideriamo dalla nostra esistenza, sei d’accordo con me?

É curioso, tuttavia, come anche il miglior scopo, il più eletto, nella realtà del nostro vivere scenda letteralmente a compromessi da un lato con il mondo delle nostre relazioni sociali, e dall’altro dal contesto, inteso come ambiente, in cui muoviamo il nostro scopo. Se rifletti bene su questo aspetto noterai come sussista una continua “mediazione” fra ciò che desideriamo, le nostre emozioni, il nostro sentire (ovvero le nostre motivazioni interiori) e ciò che ci circonda, e che in qualche modo ci motiva o, alle volte, de-motiva (definiamola motivazione esteriore).

Ciò che rende ancora più complicato questo “campo da gioco” è che tutto sia in costante movimento: cambiamo noi, le nostre emozioni e cambia il mondo esterno – ed in questa partita così mutevole siamo comunque chiamati a compiere delle scelte, a fare azione. È fondamentale ricordarsi, in questo contesto, che qualsiasi tipo di motivazione spinga la nostra decisione, deriva da un nostro sentire, da un’emozione cioè che proviamo ed alla quale dobbiamo prestare ascolto in modo attivo e presente. Dopo ciò, che rappresenta il primo passo per avere uno scopo forte ed in grado di sorreggere la nostra motivazione, è di vitale importanza prendere consapevolezza delle diverse risposte emotive che possono scaturire dalle scelte che compiamo, risposte sia interne che delle persone in relazione con noi, necessariamente impattate dalle nostre decisioni. Imparare ad accettare che ciascuno, noi per primi, abbiamo mappe emotive differenti che ci portano ad agire (ed a reagire) in modo eterogeneo nel nostro vivere, è un atteggiamento imprescindibile per mantenere ancorato e ben definito il nostro scopo e la nostra direzione.

Motivazione dentro e fuori, ma pur sempre “in famiglia!”

Conosci bene, credo, la differenza fra il concetto di motivazione esterna ed interna, non intendo dilungarmi per tanto a descrivertelo e ti pongo piuttosto 2 domande a riguardo: hai mai riflettuto su come queste impattino nell’ambiente familiare? Sarebbe utile per te imparare a gestirle?

La motivazione, applicata ad un’area della vita tanto fondamentale per la maggior parte di noi, apre la mente ad un mondo decisamente vasto da esplorare. Come avrai letto probabilmente nella mio Bio, sono papà di 3 splendidi figli di 11 anni, 7 e 7 anni, ed il rapporto, o meglio, la scoperta che fanno loro, ad esempio, del sentirsi motivati ha dell’incredibile! 

I bambini sono naturalmente curiosi ed in continua ricerca ed esplorazione, tuttavia anche per loro, spesso, risulta difficile restare motivati – pensiamo ad esempio al fare i compiti o praticare uno sport che dopo qualche tempo eviterebbero come la peste! In tale circostanza, il giusto bilanciamento della motivazione estrinseca (ciò che arriva dalle relazioni e dell’ambiente esterno) ed intrinseca (le ragioni che spingono naturalmente il bambino all’azione) è la strategia migliore da mettere in campo.

Il ruolo cardine di un genitore, l’educatore, se da una parte prevede che si mostrino ai nostri figli concetti, competenze, o più in generale nuove opzioni, strumenti cioè che possano aiutarli a crescere, dall’altro richiede la ferma capacità di creare indipendenza nei bambini, ovvero nell’alimentare il fuoco della loro motivazione intrinseca. Ciò avviene naturalmente quando i figli accrescono la propria autostima, che deriva dal riuscire autonomamente a fare azione, fallimenti compresi – ai quali mi piace più riferirmi come insegnamenti indiretti.

La notizia straordinaria è che il processo si autoalimenta: nel fare e nel riuscire concretamente, il bambino assimila di potercela fare, ed in tale pensiero accresce il proprio coraggio e la fiducia in se stesso che lo aiuta a meglio comprendere ciò che ama fare, aumentando la sua motivazione intrinseca. 

Qualche spunto su cui focalizzarti con i tuoi figli – o altre persone a te care – per accrescerne la motivazione intrinseca:

  • aumenta la tua fiducia verso il tuo interlocutore, fagliela percepire 
  • mostra come strutturare degli obiettivi ben formati
  • incentiva la sua autonomia, lascialo fare
  • fornisci feedback utili nella modalità comunicativa più adatta al tuo interlocutore
  • ricordati di celebrare anche i piccoli successi.

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